Di sabbia, feste e zanzare… agli ultimi spiragli d’estate
Siamo all’atto finale anche per quest’estate… e come ogni anno penso che dovrei andare in letargo per risvegliarmi verso la fine della prossima primavera.
Le ferie sono passate, le feste e gli appuntamenti estivi si stanno via via esaurendo per lasciare posto ai ricordi e alle fotografie.
Giusto ieri sera ho scoperto la valle dietro casa mia: il panorama qui sopra è a 50 metri dietro casa mia, giusto in fondo alla strada. Ieri sera sono uscita a fare una passeggiata col cane e l’ho scoperto… mi ci son voluti 2 mesi! Fatto sta che nel vedere simili colori ho fatto subito retromarcia, mi sono armata di macchina fotografica e… mi sono fatta divorare dalle zanzare! Per questo motivo è venuta solo questa foto, le altre sono tutte mosse perchè scattate mentre uccidevo 23 zanzare contemporaneamente! MALEDETTEEEEEEEE
E’ passata la Notte Rosa, è passato San Lorenzo, è passato Ferragosto… ho imparato che non digerisco più le sbronze, che brutta la vecchiaia! Forse è il mio addio all’alcol… Ho sentito tanti fuochi d’artificio, ma visto quasi nessuno, ho visto una marea di stelle cadenti, sono stata buttata sul banco di un bar e imboccata a forza di succo di fragola e vodka, ho ballato, ho riso e mi sono divertita.
E’ passato il mio compleanno, tra abbuffate in famiglia e feste con gli amici… feste massacranti vista l’organizzazione, ma alla fine non è venuta poi così male, ditelo che ci pensate ancora alle mie favolose crocchette dorate! Grazie a Paolo, addetto pizza e salsiccia… davanti al fuoco per 2 ore in una serata da 35°! Grazie a l’Ale & l’Ale per l’aiuto FISICO! E poi grazie a Sara e Gavo, Alice e Fausto, Filips, Jessica e Mario, Tato Micky e Stella, Fra e Giaime, Vale, Marzio, Alice e Sofia (anche se dormiva) e Simone per essere venuti. Mi dispiace per chi non è nelle foto e per chi è andato via prima che mi venisse in mente che dovevo andare a ritirare la torta! Infine mi dispiace per Giorgia dispersa per Marina Romea, mentre il mio cellulare era abbandonato in cucina.
Ormai non ricordo più l’ultima volta che mi sono tuffata in mare, ma forse c’è ancora tempo per qualche sguazzata, ma ormai vivo col patema de "l’ultima volta"… ormai è depressione avanzata.
Non riesco nemmeno a godere degli sgoccioli di attesa per il grande evento, per il concerto della Dea, per il giorno dei giorni che malauguratamente coinciderà con la chiusura definitiva della Merc! Summer Session. Me tapina!
Ma l’estate tornerà e io l’aspetterò scrutando all’orizzonte l’alba di un sole caldo dopo i lunghi mesi di freddo.
Piccole Mercutie crescono
Dal week end scorso vivo sola, ma proprio sola sola! Niente genitori (yuppi!!!), niente moroso (non fisso insomma T___T), niente coinquilini e manco il cane! SOLA!
Calcolando che non ho fatto fuori nemmeno l’università sarà un piccolo passo per l’umanità, ma per me è un bel passettone verso la vita vera! Un bel "era ora" è sacro santo!
Che poi, insomma… mettiamo i puntini sulle i: sto al mare, situazione temporanea, i miei mi raggiungono ogni fine settimana, ma il cordone mia madre proprio non lo vuole tagliare e quindi questo è il massimo che mi potevo concedere per vedere cosa riesco a combinare da sola!
Sono già iniziati i primi litigi con la lavatrice, però riuscirò a sopravvivere, nella lista della spesa metto la scorta di scatolette di tonno per le emergenze… ma no, devo diventare una brava cuoca… o almeno accettabile! Il mio compleanno si avicina: libri di ricette sono ben accetti! ^^
L’invito agli amici è VENITE A TROVARMI! I cocktail li faccio bene!
E poi il mondo pare essere formato famiglia, vai a far la spesa e gli scaffali sembrano maledire il fatto che vivi sola, tutto ti porta a pensare di metter su famiglia… ti danno l’idea che convenga! Una persecuzione! Te ne stai lì davanti al reparto frigo, vuoi una confezione di burro piccola… che te ne fai di un mattoncino di burro? Un po’ tieni alla linea e poi non è che devi fare chissà che, però può servire e hai visto quella ricetta… però guardi e vedi mattoncini ovunque, l’offerta te ne propone uno enorme che costa meno di quelli piccoli e allora ti senti un’imbecille a intestardirti sul tuo prodottino da single e allora torni a casa col mattoncino chiedendoti "cazzo me ne faccio di tutto sto burro?"
La vita è difficile!
Poi arrivi a casa, fai tutti i tuoi lavoretti domestici, senti il ragazzo e lo inviti, gli prometti regali se ti raggiunge, emetti tanto estrogeno che hai le zanzariere annerite dai maschi di zanzara che da qualche giorno chissà perchè ti vogliono invadere casa… cosa per altro inquietante quando stai guardando per l’ennesima volta la quinta serie di X-Files!
E’ dura…
Ed è già volata via una settimana… sono ancora viva!
Ho fatto
pace con la lavatrice, in compenso la macchina fa un po’ di bizze, ho
sventato un incendio nel forno e rischiato di essere uccisa da una
pazza alle poste che ha minacciato di tornare armata, motivo per cui
cambierò sede, ho messo un pizzico di zucchero sulla bistecca…tutto
bene insomma, anche se non ho ancora fatto nulla di quello che mi
prefiggevo, tipo fare il bagno al mare di ritorno dall’ufficio, fare
jogging in pineta e cose così… ho preferito invece qualche aperitivo
con gli amici, l’alcol è sempre l’attrattiva molto forte, poi se c’è da
far della chiacchera io ci son sempre!
Give Madge 2me
La compagnia è formata: io, Chiara e Simona… gasate a bbbbbestia!
Tic Tac Tic Tac
I biglietti ci sono: prato ancora una volta!
Tic Tac Tic Tac
L’albergo è prenotato
Tic Tac Tic Tac
Parigi val tutte le messe che vi pare!
Il viaggio è tranquillo, dura poco più di un’ora e mezza, ma io non sto molto bene, lo stomaco fa i capricci, ma resisto. Scendendo su Parigi ci accoglie una panoramica da togliere il fiato: l’Arco di Trionfo, Notre Dame, la Tour Eiffel e il riflesso del sole ad illuminare le increspature della Senna. Un po’ l’emozione, un po’ gli innumerevoli vuoti d’aria che si susseguono da quel momento fino all’atterraggio impeccabile, fatto sta che la mia nausea peggiora notevolmente. L’aereoporto Charles De Gaulle è una roba strana, Paolo lo trova simile agli organi addominali… in effetti… cerchiamo di non smarrirci, troviamo la metro, ci mettiamo in fila per comprare la Paris Visite e io decido di chiarire la mia posizione nei confronti del popolo francese, vomitando sul pavimento dell’aereoporto… cominciamo bene!
Con un colorito candegginico affronto i 45-50 minuti di metrò e poi una camminata evitabilissima col senno di poi alla ricerca dell’hotel, con valigie appresso, crampi allo stomaco e uno stramaledetto vento gelido a tormentarci! Andiamo benissimo! Girato l’angolo dietro il Montparnasse, ecco che ti spunta la Torre, lì tra gli alberi… l’effetto è niente male!
Poi eccoci finalmente all’Hotel Avia, mentre io agonizzo bramando un letto caldo, veniamo accolti cordialmente, in inglese ci capiamo bene e poi si sale in stanza… letto… collasso…
Al risveglio realizzo che mi trovo a Parigi, che la stanza è piuttosto carina anche se piccina, quindi faccio una doccia e ci avventuriamo nel primo giretto parigino quando sono ormai le 18 passate. Destinazione Torre ovviamente! Ci separa una passeggiata di un paio di km, ad ogni passo cresce l’emozione: la Torre dal vivo è meglio di quanto ci aspettassimo! E’ di grande impatto, sembra un ricamo di ferro che tocca il cielo… ed è bellissima! La voglia di salire passa presto: fa un freddo della madonna!
Passiamo sotto la gonna della signora di ferro e passeggiamo lungo la Senna, finchè iniziano a farsi sentire i morsi della fame e ci rifugiamo in un ristorante/pub/tavola calda, l’importante è ripararsi un po’ dal freddo e mettere qualcosa sotto i denti e l’obiettivo viene centrato! Dopo cena la metro ci porta ad una visita serale alla Ile de la Citè: il biancore di Notre Dame contro il cielo serale gonfio di cupi nuvoloni è un autentico spettacolo! Inizio ad innamorarmi di questa città! Scattiamo foto su foto girando tra i palazzi che furono teatro di uno dei momenti della storia che da sempre mi affascinano di più e l’emozione è immensa. Mi addormenterò poi col sorriso sulle labbra avvolta dalle coperte e dalla stanchezza.
Venerdì 18 Aprile
La solitamente odiata sveglia oggi mi mette subito in fibrillazione: questa giornata è dedicata a Versailles! La preparazione alla visita non è stata come volevo per mancanza di tempo: nei miei programmi c’era la visione di varie pellicole che mi avrebbero ingigantito il già forte impatto emotivo con la reggia… sono invece riuscita a malapena a vedere qualche puntata di Lady Oscar, di cui cmq mi son portata dietro la colonna sonora ^^
Sveglia alle 8, preparazione, metro, rer e… Versailles! La prima occhiata è una delusione: impalcature, cantieri, teloni e quelle becere tele che riproducono le facciate degli edifici in restauro… e per fortuna che sul sito era citato solo il restauro al Petit Trianon! Niente foto alla facciata quindi, ma valichiamo i cancelli dorati, affrontiamo una breve fila per comprare la Museum Pass, poi ancora fila per entrare e qui la genialità: le file sono 2, una per chi ha già il day pass e un’altra per chi invece deve fare solo il biglietto per il palazzo, geniale perchè poi l’ingresso è unico e vabbè.
Io nel frattempo ho schiacciato play sull’ipod e le musiche di Lady Oscar mi accompagnano mentre Paolo mi guarda male… non si può avere tutto! In mancanza della possibilità di avere una guida in carne ed ossa che probabilmente avrei massacrato di domande idiote, ci accontentiamo dell’audioguida, che mi sovrappongo agli auricolari dell’ipod. Primo giro tra quadri che riproducono perlopiù scene di vita a corte e i ritratti dei regali abitanti della reggia, da le Roi Soleil a lei… Maria Antonietta! Poi si sale e le cose si fanno serie, la cappella e le sale reali, marmi e specchi, ritratti e vetrate sull’immenso parco… gli stessi pavimenti calpestati dalla storia, elimino le persone che mi circondano e mi immagino i cortigiani, coi loro abiti sfarzosi e le parrucche, qualche frivolo pensiero scorre nella fantasia, mi tira fuori Oscar e Andrè… il cuore ormai è in tumulto! L’audioguida è orrenda, invece di spiegarmi la vita di corte, spettegolarmi sugli usi e costumi di re, regine e amanti, mi tedia soffermandosi solo sui decori delle sale, tra affreschi e oggetti, ma poi ci accodiamo ad un gruppo di italiani con la loro brava guida che sa il fatto suo! La sala degli specchi mi trafigge, i miei neuroni sono ormai immersi in orgiastici baccanali che probabilmente donano al mio volto quell’espressione da ebete che potete ammirare nelle foto. Poi ci si avvia verso le stanze della regina, la camera da letto di Maria Antonietta è così come lei l’ha voluta e, suo malgrado, l’ha lasciata, spiega la guida… le musiche di Versailles no bara sono perfette, ho il cuore stretto in una morsa. Si passa oltre e il tour si conclude alla stanza delle guardie, dove apprezzo finalmente l’audioguida che commenta "questa sala, di solito affolata di soldati, era completamente vuota alla mattina del 14 luglio 1789: le guardie erano tutte nel piazzale, nel tentativo di reprimere la folla che aveva abbattuto i cancelli, mentre Maria Antonietta era già in fuga" e qui la commozione non me la può togliere nessuno!
Allo shop cerco disperatamente qualcosa, magari un bel libro, ma ovviamente sono tutti rigorosamente in francese, tranne qualcosina anche in inglese e così me ne torno a casa con due cazzatine tanto per avere un ricordo di quel posto. Scopriamo quindi che le gallerie sono in restauro, ovvero tutta l’ala sinistra… quindi non ci resta che uscire ad ammirare il giardino e ne approfittiamo per il pranzo al sacco (prosciutto made in Italy e baguette made in France).
Un po’ di foto e poi prendiamo il trenino che porta al Petit Trianon, l’area privata di Maria Antonietta. Il palazzetto non è accessebile per i restauri, poco male… l’importante è il resto: che figata! Quel posto è un incanto! Il tempietto dell’amore, il teatro, la roccia, il belvedere, la fattoria… sono perennemente a bocca aperta, mentre continuo a far scorrere la fantasia a briglia sciolta! Sembra un sogno! Qui mantengo fede ad una promessa e strappo qualche filo d’erba per Chiara: appena ci vediamo te la consegno!
Usciamo e prendiamo il trenino per il Grand Trianon, altre sale reali e un altro giardino di aiuole e specchi d’acqua, quasi una reggia in miniatura… i miei ricordi mi fanno pensare che potesse essere qui che viveva Madame de Pompadour quando era l’amante di Luigi XV, nonchè reale reggente del regno, ma non ne ho la certezza.
Ancora il trenino per l’ultima tappa di quel parco sconfinato, arriviamo al Gran Canale giusto per fare qualche foto perchè ormai sono le 4 passate e siamo sfiniti.
Quindi ci incamminiano verso la stazione per tornare in albergo, riposarci e preparci per uscire a cena. Visto che si è fatto tardi, andiamo poco lontano dall’albergo, cucina tradizionale francese: spesa onesta per Parigi e ottimi piatti! Poi ci facciamo un giro sotto la pioggia battente tra le stradine e i locali del Quartier Latin, finendo poi per infilarci in un discopub a caso giusto per prendere qualcosa da bere ed asciugarci un po’. Al momento di rientrare, per fortuna scopriamo che la metro nei week end chiude alle 2, così riusciamo per un pelo a prendere gli ultimi treni, perchè altrimenti con i bus notturni ci toccava farci dei km a piedi!
Sabato 19 Aprile
Oggi il programma prevede visita approfondita alla Ile de la Citè, quindi ci svegliamo di buon mattino e la metro ci porta alla fermata sotto la Senna, che sembra tanto un sottomarino. Saliamo in superficie e ci facciamo abbagliare da Notre Dame che risplende nonostante il sole non abbia quasi mai vinto sulle nubi. Ci dirigiamo però verso la Saint Chapelle, la chiesa reale, ed entriamo: il piano di sotto, quello per il popolo, è di una cupa miseria tutto sommato, ma poi si salgono le scale e ti trovi davanti ad un esempio incredibile di stile gotico: le pareti sono praticamente occupate per intero da altissime vetrate colorate che riproducono il vecchio testamento fino all’immenso rosone che narra a disegni l’Apocalisse. E’ uno splendore!
Usciamo e la visita tocca la Concergerie, la prigione in cui i condannati a morte attendevano la ghigliottina. Durante il periodo rivoluzionario fu affollata di personaggi più o meno noti, tra cui lo stesso Robespierre, ma ovviamente la presenza più rilevante fu quella di Maria Antonietta, trasferita qui negli ultimi mesi della sua prigionia, dopo il tentativo di fuga all’estero (sulla carrozza guidata da Fersen!). Qui rimangono ancora le sue celle, una è un piccolo tugurio composto da un letto e uno scrittoio e diviso a metà da un paravento al di là del quale stavano sempre 2 guardie che la dovevano vigilare a vista, perchè si era scoperto che anche da lì riusciva a comunicare con l’esterno, l’altra è commemorativa, contiene alcuni oggetti e sue raffigurazioni con tanto di muri e vetri che riportavano i suoi simboli reali e le iniziali. E non posso fare a meno di ricordare le ultime puntate di Lady Oscar, quando Maria Antonietta crea una rosa di stoffa, ma non fa in tempo a colorarla perchè è giunto il giorno dell’esecuzione e la cosegna a Rosalie dicendole di portarla sulla tomba di Oscar e colorarla del colore che lei avrebbe preferito: verrà lasciata bianca… ç_________ç
Qui troviamo una guida che spiegava, ancora ci chiediamo se accompagnasse un gruppo o fosse lì per tutti gli italiani, fatto sta che noi l’ascoltiamo… mentre dava cazziatoni a dei turisti che ridevano "questo è un luogo di dolore e sofferenza, non è il caso di divertirsi" O___O poi sul finale un commento che mi stupisce anche di più: nel mostrarci la cella di Maria Antonietta, ci dice che per la prima volta è stata organizzata una mostra dedicata tutta a lei (motivo per cui a Versailles mancavano quadri e suoi oggetti personali -____-) e dice "come vedete, anche a distanza di secoli, si fanno ancora distinzioni sociali. Pensate anche a quante persone sono passate di qui e oggi si ricorda solo lei" e indica la cella… mah… che animo sensibile!
Usciamo intenzionati a entrare a Notre Dame, ma la fila ci scoraggia, quindi ci facciamo un giro a Ile S.Louis, per poi tornare indietro e affrontare la fila e le scale interminabili che ci portano in cima a Notre Dame, tra i Gargoyles e la campana suonata da Quasimodo. Panorama mozzafiato, fa un po’ freddo ma ogni tanto sbuca il sole a riscaldarci mentre scattiamo un’infinità di foto. Ad ogni sguardo questa città mi piace sempre più!
Scendiamo ed entriamo dentro la chiesa, scoprendola meravigliosa anche all’interno, anche se non supera l’esterno, ammettiamo entrambi. Si smangiucchia al volo dove capita e ci ritroviamo sotto la piramide rovesciata del Louvre, entriamo senza fare un briciolo di fila dall’entrata del Denon, essendo intenzionati a vedere solo l’ala del rinascimento italiano, poi quando sei dentro è tutto lì e finiamo per girarlo praticamente tutto… ironia della sorte, davanti alla Gioconda, accendo la mia nuova fotocamera pronta a scattare, il monitor mi compare bianco con una sinistra scritta al centro: "batteria esaurita" ma porc…!
Usciti da lì andiamo poi al Museo D’Orsay per gustarmi i miei amati impressionisti, peccato che appena entrati gli altoparlanti inizino ad annunciare la chiusura del museo da li a mezz’ora… ma riporc…! Dopo un giro al piano terra, costringo Paolo a salire all’ultimo, dove c’è il periodo impressionista e qui giro con le mani sulla bocca per lo stupore: i quadri impressionisti dal vivo sono tutta un’altra storia! Mamma che belli! Monet, Manet, Degas, Van Gogh, Renoir, Cezanne… sento che potrei perdere la testa! Sono stupendi! Poi in velocità diamo un’occhiata ai piani inferiori, mentre continuano ad annunciare la chiusura e invitano i visitatori ad uscire… non dico che siamo gli ultimi a farlo, ma poco ci manca!
Erano ormai le 6 a questo punto, ci stava quindi il ritorno in albergo per un po’ di riposo, la ricarica della fotocamera e la preparazione per l’uscita serale, che avviene verso il tardi, quindi ci dirigiamo verso un MacDonalds vicino a Montparnasse, dopo di che decidiamo di salire in cima al grattacielo da dove si vede tutta Parigi! L’ascensore ci fa fare 56 piani in 37 secondi! Prima occhiata al di là delle vetrate, poi gli ultimi 3 piani a piedi, quando arriviamo al terrazzo siamo sopra i 200 metri e da lì Parigi è uno schianto! Non fa nemmeno troppo freddo per essere notte, o forse si, ma sono talmente abbagliata dalla vista da non accorgermi di nulla, non faccio altro che ripetere a Paolo "E’ bellissimo" e via con le foto.
Scendiamo dopo un’avventura con uno di quei binocoli a pagamento che ci ha rubato 2 euro e noi l’abbiamo dovuto spiegare ad una francese logorroica che non capiva l’inglese, e prendiamo la metro per l’Arc de Triomphe, foto e metro per il Louvre: di notte è strepitoso… anche di giorno in verità, ma di notte ha un fascino davvero irreale… che faceva a pugni con gli spacciatori che si aggiravano guardinghi tra le siepi del Tuileries, il giardino che vi sta di fronte.
Poi la stanchezza sopraggiunge e si va a dormire
Domenica 20 Aprile
Oggi possiamo polleggiarci un po’, il più è visto, quindi ci svegliamo un po’ più tardi e andiamo in zona Tuileries per andare al museo dell’Orangerie, dove è esposta la serie di Ninfee di Monet (sbav sbav), ma qui scopriamo che il museo apre alle 12:30… con comodo! E poi parlano male degli italiani… tzè!
Cambio di programma, retrofront e via verso Les Invalid per vedere il mausoleo di Napoleone e intanto passiamo per Place de la Concorde (la piazza della ghigliottina, qui fu eseguita la condanna a Maria Antonietta… tra gli altri) davanti al Grand Palais, al Petit Palais, oltrepassiamo il bellissimo Pont Alexandre III, qualche foto e arriviamo a destinazione. Si sa, Napoleone era un nano megalomane (mi ricorda vagamente qualcuno, ma non capisco chi…) e la sua tomba ne è l’estrema ed eterna prova: la tomba vera e propria è un obrorio nonchè un’offesa al buon gusto e per di più è spropositatamente grande… il resto del mausoleo sa di pacchiano e pomposo, soprattutto i bassorilievi che ornano i muri della cupola, che rappresentano tutto quello che ha fatto Napoleone, ma soprattutto mostrano lui in pose plastiche che manco Mister Universo… bleah… niente da fare, mi sta sul culo! Il meglio è una tizia che entra dentro con una T-shirt nera con la scritta bianca "Waterloo"… ma dai!
A questo punto, pranzo al sacco in camera e poi non resta che prendere la metro per Montmartre! E dopo i sogni su Lady Oscar, ora il mio immaginario si sposta su Ewan McGregor… ehm… su Moulin Rouge! Peccato che poi quando arrivi davanti al vero Moulin Rouge ti rendi conto che non ha assolutamente niente a che fare con quello del film, ma proprio niente… niente! Non è brutto, però… Ma torniamo a noi: in metro ci becchiamo un gruppo di ragazzi che attaccano un coro gospel, fantastici, e poi, saliti dalla metro, ci dirigiamo subito verso il Sacré Coeur che sovrasta nel suo candore in cima alla collina affollata. Tra i turisti c’è qualche artista che si guadagna qualche spicciolo: le solite inutilissime statue viventi, una pazza con una corona di fiori in testa che canta e balla pretendendo di far cantare la gente e un gruppo di free styler. L’atmosfera è frizzante mentre saliamo la lunga scalinata evitando chi la usa come panca per ammirare il panorama parigino. Sacré Coeur è stupenda! Fuori ha uno stile che richiama costruzioni mediorientali, l’interno è impressionante e la fortuna vuole che becchiamo l’orario dei vespri con un coro di suore che intrattengono la nostra visita.
Usciamo dalla chiesa e ci avventuriamo tra le stradine dalle varie pendenze, tra le formicolanti esposizioni dei pittori di strada, ci muoviamo seguendo i punti suggeriti dalla guida e quindi ci troviamo alla vigna, ad un locale un tempo frequentato da famosi artisti, il mulino de la Galette e poi giù verso Pigalle, il quartiere a luci rosse. Di bohemien qua non c’è davvero più niente, se non qualche scorcio entrando nei vicoli, ma per lo più ci sono night club, qualche sex shop e roba simile… e il famoso Moulin Rouge con la sua perenne fila fuori nonostante il prezzo minimo per l’ingresso sia di 74€. Ovviamente non entriamo… Quaggiù ha tutto un’impronta turistica, e come zona a luci rosse, dopo aver fatto esperienza con quelle di Amsterdame di Amburgo, bè, questa non è nemmeno da prendere in considerazione!
Ci facciamo un aperitivo in un locale e poi risaliamo a Montmartre per cercare un posticino carino per la cena: troviamo un minuscolo bistrò molto pittoresco dove mangiamo la famosa soup de onion (non male) e una sorta di spezzatino, che io cedo quasi per intero a Paolo e infine un assaggio di due formaggi come dessert.
Quando usciamo sta diluviando, ma noi non ci arrendiamo: ombrello e giro per i negozietti alla ricerca di souvenir da portare a casa, un’ultima occhiata al Sacré Coeur di notte e scendiamo ancora verso Pigalle, per vedere e fotografare le insegne dei locali che illuminano il viale. La serata si conclude con un cocktail in un pub in zona… avrei voluto bere assenzio, ma il barista, dopo avermi allegramente riso in faccia, mi ha detto che non ce l’hanno perchè non è legale… peccato!
Lunedì 21 Aprile
E se si poteva polleggiare ieri, oggi si va in sciallo totale: sveglia ad un giusto orario e si prende la metro per l’Arc de Trionphe, saliamo dalla metro e via lungo gli Champs Élysées per un primo giro di shopping. Ci facciamo una bella vasca entrando e uscendo dai negozi, si compra qualche cosina, un po’ per noi e un po’ da portare a casa per regali vari, pranzo in una specie di Mac con baguette al posto degli hamburger e poi si torna a fare i turisti colti. Finalmente andiamo a vedere le Ninfee all’Orangerie. E chi se li aspettava tanto grandi? Le tele sono enormi, lunghissime e di una bellezza da lasciare senza fiato: me le osservo da lontano e da vicino, osservando i grumi di colore quasi spatolati con violenza a disegnare foglie, fiori e perfette increspature d’acqua… che spettacolo!
Uscendo diamo un’occhiata alla guida alla ricerca di qualcos’altro di interessante da vedere e così ci dirigiamo verso due chiese: Saint Eustache e Saint Germaine d’Auxerrois, molto bella la prima, mentre la seconda non è niente di che.
Per l’ultima cena (lo spirito in effetti era quello da condanna a morte all’idea di dover tornare a casa) ci facciamo suggerire un ristorante dalla guida, della quale non ci eravamo voluti fidare finchè la sera prima abbiamo scoperto che suggeriva per i locali di divertimento una discoteca che effettivamente doveva essere una figata. E anche il ristorantino a cui approdiamo è un ottimo consiglio! Si trova in un vicolo vicino a Place de la Bastille (magari quello in cui è morta Oscar… ç___ç ), fa cucina tradizionale francese e soprattutto non è turistico! Dentro in effetti sono praticamente tutti francesi, la nostra cameriera non spiccica un parola di inglese, ma indice e menù sono più che sufficienti per quel tipo di conversazione. Paolo, che già qualche sera prima si era cimentato con le escargot (lumache… si, quelle cose viscide, con la chiocciolina… lumache!), si butta sui piatti del giorno intuendo a malapena di cosa si trattasse… troppo audace per me! Alla fine si ritrova un’entrè di lingua di bue e come portata principale cappe sante, un’accoppiata assurda, non c’è che dire. Io invece, dizionario francese alla mano, mi oriento su un’entrè di ravioli qualcosa alla crema di champignon e un piatto (unico) di tagliatelle agli champignon e coscia di pollo. Soddisfazione personale nel mostrare ai francesi come si mangiano le tagliatelle, mentre nei tavoli a fianco i più civili le tagliavano, mentre altri vi tuffavano dentro la faccia tirando su le povere strisce di pasta con forchetta e coltello insieme… raccapricciante! Mi faccio anche sgamare mentre in pratica derido uno per come le mangia e sento una ragazza francese seduta nel tavolo di fianco al nostro dire qualcosa tipo "Sono italiani, ci prendono in giro per come mangiamo le tagliatelle". Sapevo che prima o poi avrei rischiato il linciaggio, almeno il viaggio è ormai finito!
Finiamo la cena gonfi come due ovetti e per digerire ci facciamo una passeggiata fino a Place de la Bastille, dove una volta si trovava la Bastiglia, dove Oscar è stata colpita a morte ç__ç Facciamo foto e continuiamo la passeggiata, ci troviamo su un ponte dietro Notre Dame e scena stupenda: posizioniamo la fotocamera per l’autoscatto che prendesse noi e la chiesa, primo, secondo, terzo, quarto tentativo, tutti falliti, noi non siamo a fuoco, poi finalmente eccone una in cui siamo venuti bene, ma dov’è Notre Dame? Alzo gli occhi dalla fotocamera e mi accorgo che l’hanno spenta! T___T Ma nooooo!!! Durante la settimana a mezzanotte in punto si spegne, tipo Cenerentola! Poi guardando le foto a casa uno è uscita bene e con la chiesa accesa!
A sto punto possiamo andare a letto anche noi… però che triste, è l’ultima notte a Parigi, non mi è mai capitato di provare una malinconia così forte all’idea di dovermene andare
Martedì 22 Aprile
Ed è giunto l’ultimo giorno… cercando di non farmi catturare dalla tristezza, finisco di fare le valigie, liberiamo la camera e poi mi faccio trascinare nello shopping sfrenato. Ultimo accenno di cultura andando verso la Madelene, una chiesa neoclassica che ci lascia freddini, e poi le Galerie Lafayette e mano alla carta di credito! Avendo avuto più tempo e voglia di spendere quel posto poteva essere la mia rovina: piani su piani di abbigliamento femminile, dopo un piano enorme stracolmo di profumi e cosmetici fino a scoppiare! Invece mi compro solo una deliziosa maglietta di Tetzuan Atom e poi mi concentro sui regali per i parenti e riesco ad accontentare tutti, con l’opzione "se non gli piace me lo tengo io" (al momento tutti i regali consegnati sono ahimè piaciuti).
Accompagno Paolo ai piani di abbigliamento maschile e poi su agli alimentari e ommmiodddio!!! Ce n’è di ogni!!! I sentimenti di Paolo in questo momento corrispondono a quelli provati da me a Versailles: quando poi arriviamo al banco dei formaggi la commozione è palpabile. Sarò sincera, anch’io ho la bava alla bocca e ben prensto anche il cestino stracolmo! Concludiamo la nostra spesa con un paio di baguette, chiedendoci intanto dove cavolo le avremmo infilate e poi pranzo al giapponese, dove rischiamo di essere puniti dal destino per aver deriso i francesi con le tagliatelle: grazie al cielo però le 3 giapponesi che ci sedevano accanto se ne vanno subito prima che ci portino il sushi, così da non vedere il tuffo del salmone di paolo nella vaschetta di soia… ehm ehm…
Usciamo e abbiamo ancora un’oretta e mezzo prima di dover tornare in hotel a recuperare i bagagli e partire verso l’aereoporto, quindi decidiamo di farci una passeggiata fino ai giardini du Luxembpurg: oggi è finalmente una giornata stupenda e così la malinconia si sente ancora di più… le ultime occhiate al panorama, gli ultimi scatti, ormai la vacanza è finita, è ora di svegliarsi dal sogno.
Le stazioni della metro con le valigie sono una tortura: scale scale e ancora scale, e ovviamente pochissime sono mobili, dannati francesi! Ma poi si arriva all’aereoporto e ci ritroviamo ancora a cercare di capire come diavolo sia girato, tralasciamo la cena e qualche problema al check in e si parte: ciao Parigi, spero tanto di rivederti!
CONCLUSIONI: RIFLESSIONI GENERALI
Come dicevo, è stata una vacanza stupenda, perfetta nonostante il tempo non sia stato dei migliori, nonostante qualche problema di cui sopra, nonostante i francesi! Che poi, vi dirò, a proprosito dei francesi mi sono dovuta ricredere, li ho trovati sempre gentili e disponibili, con un piccolo ma fondamentale neo per cui meritano cmq la morte: parlano sempre e comunque in francese! Ma dannata testa gallica, se ti faccio una domanda in inglese e tu evidentemente la capisci, perchè cavolo mi devi rispondere in francese?!? A parte in hotel, dove ci parlavano sempre un inglese fin troppo fluente, per il resto sempre così e io, che non so una parola di francese, dovevo immaginare il significato a cui, essendo italiana e romagnola poi, bene o male riuscivo ad arrivare… però boia mondo!
A parte questo, tutto ok, ho persino quasi sempre bevuto buon caffè! Sotto l’albergo c’era un barettino carino in cui facevamo colazione ogni mattina con brioches e caffè, serviti da un barista probalbimente cocainomane vista la velocità con cui si muoveva (metteva un’ansia che ti faceva pena dovergli chiedere qualcosa!): bastava chiedere un petit cafè ed eccoti servito, un po’ acquoso rispetto al nostro, ma buono, davvero! E poi anche in giro, a parte a Montmartre che me ne hanno dato una tazza grande stracolma, sempre buon caffè… e se lo dico io!
Dimenticavo un accenno alle note igieniche francesi: per essere una metropoli me l’aspettavo più sporca e invece devo dire che Londra è peggio. Sull’albergo niente da dire: ci hanno fatto la camera e cambiato la biancheria ogni giorno. Ma quello che proprio non abbiamo mandato giù è quest’assurda usanza di posare le baguette un po’ dove capita! Quando vai al forno la baguette normale te la danno con un tovagliolino… e basta! Quindi tu vedevi i francesi in giro con ste cose lunghe mezzo metro, completamente scoperte se non per quel misero fazzolettino che le separava dalla mano… il colmo è stato quando ho visto uno uscire dalla metro con la sua bella baguette in mano: merda che schifo! Chissà dove l’ha appoggiata! brrrrr
Passiamo tutte ste cose come elementi pittoreschi di una vacanza da incorniciare nei ricordi, nella speranza di poterla ripetere… ovviamente non uguale perchè i musei non è che cambiano a distanza di qualche anno, però un bel week end parigino non mi dispiacerebbe affatto!
E complimenti a chi ha letto fin qua!
Come Lady Oscar
Le immagini di Lady Oscar provengono dal bellissimo sito di Berubara
Sweeney Tood
There’s a hole in the world like a great black pit
And it’s filled with people who are filled with shit
And the vermin of the world inhabit it.
But not for long…
They all deserve to die.
Tell you why, Mrs. Lovett, tell you why.
Because in all of the whole human race
Mrs. Lovett, there are two kinds of men and only two
There’s the one staying put in his proper place
And the one with his foot in the other one’s face
Look at me, Mrs Lovett, look at you.
No, we all deserve to die
Tell you why, Mrs. Lovett, tell you why.
Because the lives of the wicked should be made brief
For the rest of us death will be a relief
We all deserve to die.
The Howling
Segnalo inoltre di aver aggiunto altre belle foto all’album, ancora una volta rubate a WT Italia, e che è ripresa la produzione delle Avventure Parallele di Robin: caricata giusto ieri la 12esima! Have a goooood time!
We’ve been seeing what you want,
You’ve got us cornered right now
Falling asleep from our vanity
May cost us our lives
I hear them getting closer
Their howls are sending chills down my spine
Time is running out now,
They’re coming down the hills from behind
When we start killing
It’s all coming down right now
From the night that we’ve created
I wanna be awakened somehow
(I wanna be awakened right now)
When we start killing
It all will be falling down
From the hell that we’re in
All we are is fading away
When we start killing